CHE COS’E’ L’APPARECCHIO KIRLIAN E COME FUNZIONA
Semyon Davidovich Kirlian e sua moglie Valentina Khrisanovna Kirliana diedero il loro nome a questa tecnica fotografica non convenzionale, conosciuta anche con il nome di fotografia dall’effetto corona. Bioelettrofotografia e fotografia elettrodinamica. La fotografia Kirlian ha poco in comune con la fotografia convenzionale. Infatti la pellicola o la lastra fotografica viene impressionata non attraverso l’uso di un apparato ottico costituito da un sistema di lenti, ma mediante il contatto dell’oggetto da fotografare, con un campo elettrostatico. Quando così, un oggetto qualsiasi, di natura organica o inorganica, viene immerso in un flusso di particelle cariche, subisce una eccitazione elettrica e da’ luogo ad una particolare scarica, deta «corona». I materiali fotosensibili contengono alogenuro d’argento disposto in vari strati di emulsione. L’alogenuro d’argento è particolarmente sensibile alla luce ultravioletta.
Video che mostra gli effetti “fotografati” dalla macchina di Kirlian
L’apparecchio Kirlian è costituito comunque da due parti distinte: una contiene la piastra ad alta tensione, il cui contatto diretto con la persona è impedito da uno strato di materiale plastico isolante. L’energia viene fornita da un piccolo generatore elettrico e la piastra è collegata ad un trasformatore ad alta tensione, simile ad una bobina di accensione di una automobile. Per fare una fotografia è importante seguire sempre la stessa procedura. Si deve mattere la mano sinistra sul lato sinistro del foglio di carta fotografica, facendo attenzione ad appoggiarla gradualmente, a cominciare dalla zona del palmo in prossimità del polso.
Questo procedimento garantisce un contatto ideale tra la pelle della mano e la carta. Dopo questa esposizione si dovrà posare sul foglio la mano destra, togliendo contemporaneamente la sinistra. L’apparecchio Kirlian, genera per ragioni tecniche e di sicurezza, solo una bassa intensità di corrente, pari a circa 10 Milliampere. La carica fluisce dall’apparecchio a terra, passando attraverso l’oggetto da fotografare, utilizzando la sua naturale proprietà di conduzione a terra. Che cosa avviene durante l’esposizione? E’ in funzione della resistenza che troverà la corrente stessa, attraverso l’oggetto animato o inanimato, che dovrà essere fotografato, che si formerà – a seconda dei casi – un diverso «effetto corona». Come l’immagine di corpi quali sassi o piante presenteranno pochissime differenze se prese a brevi intervalli di tempo una dall’altra, le fotografie di esseri umani, potranno mostrare variazioni rilevanti per quel che concerne l’aspetto cromatico e geometrico sul singolo soggetto. Nel caso di fotografie a colori, le esposizioni dovranno essere fatte in camera oscura assolutamente priva di luce. Nel caso di una fotografia in bianco e nero, è invece possibile usare una luce di sicurezza di color rosso. Infatti, la carta o la pellicola fotografica, non sono sensibili alle radiazioni luminose appartenenti alla zona dello spettro visibile prossima all’infrarosso.
Ma quale sono, ci si può chiedere, le parti del corpo più adatte ad essere fotografate? L’area più interessante, è quella della mano, che è uno degli organi più ricchi di tessuto nervoso. Il pollice, in particolare, contiene tante terminazioni nervose, quante ve ne sono nel resto della mano. Perciò, l’area completa della mano, immersa in un campo ad alta frequenza, rappresenta una fonte di informazioni molto completa per comprendere lo stato dell’energia corporea. Come le mani, tuttavia, anche i piedi, essendo ricchi di tessuto nervoso e di importanti punti sensoriali, forniscono immagini particolarmente differenziate e quindi utili. Comunque benchè sia vero che qualsiasi tessuto vivente, produca delle immagini, la differenza tra le informazioni fornitedalle mani o dai piedi, e quelle fornite, diciamo, da un braccio è analoga la differanza, potremo dire, in termini di traffico, che esiste tra un nodo ferroviario importante e una piccola linea locale. In corrispondenza del nodo ferroviario, avvengono molti transiti e di conseguenza, possono essere fatte osservazioni più numerose e significative circa il flusso del “traffico”.
Questa analogia si applica bene alla condizione del corpo umano che può essere così analizzato in modo più profondo. Perciò tutti i potenziali utilizzatori dell’apparecchiatura kirlian, dovrebbero quanto meno imparare a documentare ogni fotografia che fanno, seguendo il cosiddetto «metodo scientifico». Tutti gli esperimenti devono essere, perciò, riproducibili. Questo significa che se un’altra persona si mostrerà interessata al lavoro da voi svolto, sarete in grado di dirle come avete operato, in quali condizioni era il soggetto e che cosa è eventualmente accaduto nel periodo di tempo trascorso tra l’esecuzione della prima fotografia e le altre della serie. Scrivete sempre sul retro delle fotografie quali procedure operative avete seguito, oppure numeratele ed allegate la relativa scheda di documentazione. In che modo è quindi meglio accostarsi all’attività sperimentale? Seguendo scrupolosamente le informazioni che vi saranno fornite con l’apparecchiatura, eseguendo poi una serie di fotografie della stessa persona, nell’arco di un certo periodo. Confrontate quindi le immagini e cercate di individuare le eventuali differenze. non dimenticatevi poi di tenere una registrazione delle attività svolte. Fate poi in modo di scoprire tutto ciò che riguarda il vostro paziente: gli shock o i traumi subiti, le preoccupazioni familiari, i problemi di salute o gli incidenti avuti in passato. Tale metodo è utilizzato da anni nel Regno Unito e in altri paesi europei da decine e decine di ricercatori ed ha trovato largo consenso nella diagnostica di varie malattie, tra cui anche quelle neoplastiche. E’ risaputo infatti che l’incremento di radiazione o luminosità che caratterizza queste malattie, è dovuta alla corrente elettrica prodotta dal tumore, poichè sappiamo che essi funzionano come delle batterie e sono appunto in grado di generare correnti elettriche. Quando del resto gli antichi affermavano che gli esseri umani erano dei corpi luminosi, in realtà intendevano dire che ogni essere vivente è una sorta di candela ambulante. Come è stato dimostrato sperimentalmente ogni centimetro quadrato del corpo umano emette alcune centinaia di fotoni al secondo. I vantaggi che la fotografia Kirlian può offrire per la diagnosi del cancro, consistono nella natura assolutamente non invasiva del metodo, nella sua capacità di fornire diagnosi molto precoci, nella sua elevata attendibilità anche con un solo esame, nella sua bassa incidenza di falsi referti negativi e nella sua utilità quale strumento di controllo durante il trattamento.
Attualmente, l’unico modo per sapere se la chemioterapia, la radioterapia o l’intervento chirurgico, hanno migliorato la condizione di salute del paziente, consiste nell’attendere per qualche tempo l’eventuale comparsa dei sintomi. Nel caso della radioterapia, non è neppure possibile stabilire se i sintomi manifestati dal paziente, sono dovuti al cosidetto male da raggi oppure ad un incremento o a una accelerazione dei processi neoplastici. Il metodo Kirlian è stato in grado di registrare nell’arco di un’ora variazioni dovute alla somministrazione di agenti chemioterapici. I ricercatori hanno scoperto inoltre, che, in caso di chemioterapia non idonea, l’aura non subiva alcuna variazione oppure appariva di dimensioni maggiori. Nel caso poi di biopsia, sono necessari almeno tre giorni per ottenere un risultato sicuro, mentre con il metodo Kirlian, si è constatato che bastano soltanto 30 minuti e i costi sono molto ridotti. In virtù quindi di questi vantaggi, questo tipo di esame, potrebbe essere utilizzato regolarmente come test di prevenzione. La fotografia Kirlian, si è visto, fornisce anche indicazioni precise circa il funzionamento del sistema nervoso simpatico e parasimpatico. Posizionata infatti in modo accurato ed uniforme, la mano oppure il piede sulla piastra e mantenendo sempre costanti i parametri di regolazione dello strumento, si ottengono, in merito, informazioni molto utili. Possiamo comunque dire, in sintesi, che la diagnosi ed il conseguente intervento si fondano su un certo numero di elementi: le informazioni desunte dall’analisi dell’immagine fotografica, le informazioni fornite spontaneamente dall’assistito, l’esperienza maturata dall’operatore nei casi precedenti, la formazione e l’istinto dell’operatore.
Approfondimento: La macchina di Kirlian
L’effetto Kirlian è un particolare effetto ottico-fotografico caratterizzato dalla presenza di un alone luminoso attorno ad un oggetto osservato e/o fotografato,ottenuto applicando una tensione elettrica di valore elevato(dell’ordine dei chilovolt)all’oggetto stesso,quindi impressionato su una pellicola fotografica; in fisica questo fenomeno viene attribuito ed associato al noto Effetto- Corona e cioè la ionizzazione dei gas in caso di un elevato campo elettrico e che genera a sua volta delle invisibili sfumature colorate e luminose attorno all’oggetto osservato.Tale effetto fu scoperto nel 1939 dal russo Semyon Davidovich Kirlian, un riparatore di macchine fotografiche e di apparecchiature elettriche. Pare infatti che, durante la riparazione di un generatore ad alta tensione fu investito da una scarica elettrica a tensione alternata e ad alta frequenza, ma di bassa intensità,(circa 0.1A),quindi non dannosa, ma sufficiente a dar luogo a dei piccoli aloni luminosi che brillavano sulle sue dita e dagli elettrodi stessi del generatore.Successivamente Kirlian coinvolse nei suoi studi e nelle sue ricerche anche sua moglie Valentina Khrischinova.Inizialmente Kirlian ripetè l’esperimento dapprima su delle monete, poi sulla sua mano,che egli interpose sotto un elevato campo elettrico di minimo 6000 volt e 0.1 Ampere,utilizzando delle antiquate lastre fotografiche in vetro tra le quali venne versata una soluzione salina.Opportunatamente oscurate da una carta nera e quindi messe su un tavolo di legno che fungesse da isolante, fece in modo che l’intero assieme mediante una seconda base in legno non venisse influenzata dal contatto elettrico del terreno.E quando l’apparecchio Kirlian fu da lui perfezionato ci si accorse che la macchina Kirlian aveva poco in comune con le macchine fotografiche convenzionali .Infatti,il foglio di carta fotografica veniva impressionato non attraverso l’uso di un apparecchio ottico costituito da un sistema di lenti, bensi’mediante il contatto dell’oggetto da fotografare con un campo elettrostatico.Tuttavia i coniugi Kirlian ebbero nuovamente la conferma di quanto già avevano scoperto in merito all’esistenza dell’aura( l’alone luminoso che fuoriusciva ed avvolgeva ogni corpo animato e inanimato),quando fotografarono due foglie apparentemente identiche.Una delle due foglie aveva l’aura più luminosa,l’altra aveva un’aura più spenta e priva di vita.Chi aveva fornito infatti le foglie spiegò che la prima proveniva da un’albero sano mentre l’altra da un albero che era stato contaminato da una sostanza nociva.Ma vi fu un altro fenomeno descritto dai coniugi Kirlian, quello che venne descritto come “fotografia fantasma”.e che confermò quanto da loro era stato già in precedenza ipotizzato.Eseguendo infatti delle fotografie Kirlian su una foglia prima e dopo l’asportazione di una sua parte essi notarono che il profilo della foglia intera rimaneva benché essa fosse stata recisa..I due scienziati ritennero perciò che la causa di questo “ fantasma” poteva essere una forma di energia che permeava l’intero universo e quindi ogni corpo fisico. Del resto i due ricercatori non avevano fatto altro che anticipare quello che negli anni a seguire altri ricercatori avrebbero poi scoperto: che nel nostro corpo eterico(metafisico,la nostra aura energetica) risiede la memoria magnetica del nostro corpo fisico e che perciò le malattie si manifestano prima nel corpo eterico e poi nel corpo fisico.Pertanto il corpo eterico può essere considerato come un ologramma,il che significa che in ogni sua parte possono essere contenute tutte le informazioni dell’organismo.E’ a seguito di tale scoperta che fu possibile,ma solo dopo il 1959,mettere a punto da parte di alcuni ricercatori occidentali una serie di apparecchiature che permisero di formulare diagnosi sullo stato di salute di una persona.
Plasma-Bioplasma, energia sottile vibrazionale
Potremmo definire plasma,uno stato della materia, che non ne’ solido,ne’ liquido ne’ gassoso bensi’ una miscela parzialmente ionizzata,complessivamente neutra,formata da atomi,, nonché da protoni ed elettroni liberati dai loro nuclei atomici.Ogni radiazione,campo elettrico o magnetico possono influenzarlo,attivarlo ,deviarlo o illuminarlo.Il plasma è lo stato più diffuso in natura: ne esistono negli spazi interstellari smisurate e freddissime distese, il sole e le altre stelle sono formate da plasma caldissimo,ma anche nella nostra camera da letto l’aria è parzialmente ionizzata e quindi è in stato di plasma.Oggi la nozione di plasma entra in numerose discipline scientifiche e anche in applicazioni tecnologiche,che vanno dal tubo al neon al motore magnetoidrodinamico. Ma quello che rende il plasma uno stato molto particolare è la proprietà di essere soggetto ad ogni tipo di energia, tra cui soprattutto quella di tipo elettromagnetico.Non è quindi strano che uno stato cosi’ diffuso in natura sia presente anche intorno e all’interno degli organismi viventi. Ed è a seguito infatti di esperimenti condotti in laboratorio,che scienziati come il sovietico V.S.Grischenko nel 1944 e successivamente gli americani S.Ostrander e L.Schroeder, furono in grado di dimostrare l’esistenza di questo plasma biologico detto anche bioplasma.Si capi’ che il bioplasma era un gas elettricamente neutro,a temperatura e pressione ambiente, a base di radiazioni infrarosse e ultraviolette.Un gas altamente conduttore in grado di accumulare,assorbire,emettere e trasferire energia tra organismi diversi .Lo stesso fisico Viktor Inyushin ,negli anni ‘60,facendo esperimenti su animali ed esseri umani e avvalendosi di conoscenze sulla bioelettricità e biochimica, scopri’ che il cordone ombelicale, i nervi e tutte le cellule nervose,ne contenevano grandi quantità.Pertanto tali particolarità, spinse il ricercatore a parlare di una struttura chiamata corpo bioplasmico. Una particolare sostanza che permea e compenetra il corpo fisico.Un’energia sottile vibrazionale che sarà poi definita da altri due scienziati sovietici Semyon e Valentina Kirlian, ” aura energetica”, Fu facile quindi capire che ogni corpo materiale,ogni essere vivente , gli stessi magneti e cristalli,e la stessa luce e calore subivano l’influsso di questa Energia Universale Un’energia che può essere irradiata da un oggetto e poi assorbita da un altro,od emessa da una persona e poi trasferita ad un’altra.Il cosiddetto “prana”una forza vitale che è presente nell’aria,nell’acqua, nel cibo,nella luce del sole:è il nostro vero nutrimento,poiché, senza di esso,la vita non sarebbe possibile.